ANTEFATTO
Le aree di maggiore interesse per l’attività di The Sardinian Project, già inserite nel Documento Base, sono:
Territorio: economia e utilizzo del territorio, sviluppo locale, ambiente, innovazione
Scienza e impresa: ricerca scientifica e tecnologica, impresa nel campo dell’innovazione, capitale umano e finanziario, interazioni di sviluppo tra scienza e impresa.
Bellezza: comprensiva di tutte le attività finalizzate a una valorizzazione intelligente e rispettosa delle bellezze paesaggistiche e ambientali, della cultura, storia, arte, architettura, tradizioni e memorie.
Benessere e salute: qualità della vita, alimentazione, stili di vita, longevità, relazioni sociali e tutte le componenti che condizionano lo stato di salute.
PRESUPPOSTI DI CONTESTO
Principale riferimento di contesto, anche se non unico, è l’Agenda 2030 dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
Essa ingloba 17 obiettivi fondamentali per lo Sviluppo Sostenibile, nel contesto di un grande programma d’azione per un totale di 169 “target” o traguardi.
I Paesi membri, a partire dal 2016, si sono impegnati a raggiungere gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile entro il 2030.
In particolare, ci si riferisce ai seguenti obiettivi:
Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. I grandi progressi compiuti nell’aumento dell’aspettativa di vita, nella riduzione della mortalità infantile e materna, nell’igiene, potabilizzazione e distribuzione delle acque, nella lotta o eradicazione di diverse malattie infettive presentano comunque dei ritardi e delle evidenti diseguaglianze geografiche.
Sono necessari ulteriori sforzi per contrastare un’ampia varietà di malattie, in particolar modo le patologie cronico-degenerative.
Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
Le città sono centri per le nuove idee, il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale e molto altro.
Tuttavia, sono molte le sfide per rendere i centri urbani veri luoghi di lavoro e prosperità, senza danneggiare il territorio e le risorse. La prosperità e la crescita degli insediamenti urbani contemplano il contrasto alla povertà, disuguaglianza, inquinamento, carenza delle infrastrutture, trasporti, digitalizzazione…
Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. Per avere successo, l’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile richiede partenariati tra governi, settore privato e società civile. Queste collaborazioni inclusive, costruite su principi e valori definiti, su una visione comune e obiettivi condivisi con al centro le persone e il pianeta, sono necessarie a livello globale, regionale, nazionale e locale.
Sono necessari investimenti a lungo termine nei settori chiave, ivi compresi gli investimenti diretti esteri, soprattutto nei Paesi di sviluppo (energia sostenibile, infrastrutture, trasporti, nuove tecnologie di informazione e comunicazione).
Un secondo fondamentale punto di riferimento è rappresentato dalle politiche di coesione europea e dai nuovi fondi strutturali orientati allo sviluppo dei territori marginali, nella loro versione in itinere per gli anni 2021-2027.
FINALITÀ DELL’INIZIATIVA
L’iniziativa “Sardegna del benessere” promossa dall’associazione The Sardinian Project intende, secondo la sua filosofia istitutiva, contribuire a definire e sostenere –nelle forme a essa consentite- progetti e programmi che sottendano una visione forte del futuro della Sardegna per poter incidere significativamente sulla condizione economica e sociale dell’Isola.
L’iniziativa punta in particolare a delineare un modello di isola del benessere che sappia coniugare la salute e il benessere bio-psico-sociale con la qualità dell’ambiente, così da favorire le condizioni di vita delle comunità locali e delle nuove cittadinanze che andranno a stabilirsi nei territori, sia a livello dei singoli che a livello dei gruppi familiari.
Tra le finalità, considerata la significativa velocità di invecchiamento e la percentuale di centenari della Sardegna, si inseriscono le azioni che promuovano un invecchiamento nel miglior stato di benessere globale (successful aging).
OBIETTIVI
Obiettivo generale dell’iniziativa “Sardegna del benessere” è quello di contribuire a innescare nell’isola, regione dotata di molteplici potenzialità, uno sviluppo territoriale basato sulle sue peculiari condizioni ambientali, sull’integrità e bellezza dei suoi territori, sulla qualità dei suoi stili di vita, della salubrità delle sue produzioni, della autenticità e pienezza delle sue relazioni umane, sociali e comunitarie.
La realizzazione dell’iniziativa punta al raggiungimento di alcuni risultati operativi:
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definizione di un modello sperimentale su scala ridotta, riproponibile su grande scala
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individuazione e adozione di buone pratiche sociali, produttive, dietetiche, assistenziali, socio-sanitarie
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attrazione di nuove cittadinanze e di nuovi interessi economici, scientifici e culturali
AMBITI DI OPERATIVITÀ
In questa ampia accezione della condizione di benessere, si è individuato un nuovo filone di sviluppo per la Sardegna e per il suo sistema socio-territoriale, focalizzato su alcuni ambiti principali di operatività, nella consapevolezza che ogni singolo settore non possa prescindere dal buon funzionamento degli altri tra loro interconnessi, secondo una visione sistemica della qualità della vita.
Sono stati individuati i seguenti ambiti di operatività:
Benessere
Riguarda gli aspetti del più generale ben-essere, ovvero le ottimali condizioni di miglior equilibrio possibile tra il piano biologico, psichico e socio-ambientale. Comprende un ampio ventaglio di condizioni che, per comodità metodologica e strategia dell’Associazione, si è deciso di mantenere distinte da quelle più strettamente sanitarie: salute psichico-fisica e felicità, relazioni sociali, rapporti intergenerazionali, fruibilità degli spazi, presenza di infrastrutture per il wellness e centri di relax, spazi culturali, zone verdi, aree di pregio e loro accessibilità/fruibilità, mobilità/viabilità/trasporto pubblico sostenibili, tecnologia…
Questo specifico ambito riguarderà più propriamente le condizioni materiali del contesto territoriale e ambientale, riconoscendo a esse una funzione imprescindibile nel creare situazioni di benessere, sia collettivo che individuale, e quindi ispirando comportamenti e condizioni di vita individuale, familiare e comunitaria di assoluta sostenibilità e qualità.
In questo senso il progetto dovrà indagare, sulla base degli indicatori più significativi per i territori sotto analisi, le specifiche condizioni esistenti e individuare le strategie di monitoraggio e di ripristino dello stato di benessere ambientale.
Si renderà quindi necessario adottare, anche attraverso l’incrocio con altri progetti eventualmente in corso con tale contenuto, strumenti tecnologici su base digitale che definiscano le modalità di governance per il monitoraggio del territorio, l’analisi dello stato attuale e la programmazione degli interventi che massimizzino il beneficio atteso (politiche d’area vasta) e l’analisi ex ante/ex post.
Salute
Si fa riferimento allo “stato di completo benessere fisico, psichico e socio-ambientale e non alla semplice assenza di malattia” (definizione OMS).
La vera sfida a livello globale – con lo sfondo dei cambiamenti climatici, delle diseguaglianze sociali e dell’invecchiamento della popolazione – è rappresentata dal contrasto alle malattie croniche, cardiovascolari, metaboliche, neurodegenerative e tumorali. Le organizzazioni sanitarie sono in genere impreparate a queste sfide, soprattutto per la tendenza alla “urbanizzazione” delle patologie che renderà inevitabile interconnettere il “settore salute” con gli altri settori, secondo un modello a sistema (SmartCity).
La salute – come dimostrato dal Covid – da “bene individuale” è diventato un “bene comune” che chiama quindi tutti i cittadini all’etica e all’osservanza delle regole di convivenza civile, a comportamenti virtuosi basati sul rispetto reciproco e alla cooperazione attiva.
Per ottenere un’assistenza di elevata qualità e migliori risultati di salute, i sistemi sanitari dovrebbero essere sostenibili dal punto di vista finanziario, coerenti con gli scopi dichiarati, centrati sulla persona e basati sulle evidenze.
Tutti i paesi devono adattarsi ai cambiamenti demografici e alle modificazioni dell’epidemiologia delle malattie età-correlate.
L’adattamento richiede un riorientamento del sistema sanitario in base agli attuali bisogni della popolazione, con attenzione prioritaria per la prevenzione, qualità e integrazione dei servizi socio-sanitari, continuità delle cure, educazione e autogestione delle patologie, domiciliarità, sicurezza e rapporto costo-beneficio positivo.
In questo contesto, l’ambito salute del progetto punterà a individuare, sistematizzare e promuovere nei territori individuati le più idonee condizioni di prevenzione, diagnosi e prima assistenza a tutela della salute, sia con riferimento agli aspetti più propriamente psico-sociali, medici e clinici che a quelli di organizzazione dei servizi sanitari territoriali secondo un approccio multidimensionale.
Socialità
Comprende le peculiarità della Sardegna come insularità, paesaggio umano, relazioni umane, usi e tradizioni dei luoghi, stili di vita, alimentazione, autenticità e tutti gli altri elementi che caratterizzano una buona vita di comunità. La loro valorizzazione costituisce oggi per le comunità residenti, e rappresenterà domani per le nuove generazioni e nuovi gruppi sociali, abituali occasioni di sana e arricchente condizione di vita.
In questa direzione sarà importante un’azione di consolidamento delle comunità locali, sia in termini di più condivisa e cosciente conoscenza della propria storia, della propria cultura e delle proprie tradizioni, che del loro saper fare materiale e immateriale.
Importanti diventano quindi le iniziative basate sullo sviluppo delle relazioni sociali, sul loro rafforzamento, sulla condivisione delle visioni, sulla valorizzazione delle occasioni di socialità e sulla collaborazione degli strumenti e degli obiettivi e devono comunque intessere trame che leghino in un vincolo solidale gli appartenenti alle diverse comunità.
Questo significa, da un lato cercare di introdurre degli anticorpi ai processi di disgregazione e dissolvimento già in atto, dall’altro favorire il dialogo intergenerazionale che per millenni è stato alla base della forte coesione sociale dei territori sardi e che rischia di interrompersi, provocando un corto circuito di conoscenza, racconto, identità profonda e anima dei luoghi.
In questo senso è importante il ruolo della scuola e dei centri di aggregazione dei giovani da un lato e un pieno coinvolgimento delle persone in età presenile e senile nell’attuazione delle iniziative, dall’altro.
Identità, Bellezza, Saper fare
Il rafforzamento dell’identità delle comunità non potrà non fare riferimento alla riscoperta e alla valorizzazione del “genius loci”, cioè di quella particolare condizione che rende i paesi e le loro comunità depositari di unici e singolari saperi, vicende, tradizioni, predisposizioni positive degli abitanti e suggestioni dei suoi luoghi, di quelle condizioni cioè che rappresentano il “carattere” di un luogo e possono essere trasmesse ad altri nel fascino di un racconto, nei contenuti di un prodotto, nella prestazione di un servizio.
Il tema della bellezza mette insieme il complesso di attività finalizzate a una valorizzazione intelligente e rispettosa delle bellezze paesaggistiche e ambientali, dell’arte, dell’architettura e dell’archeologia locali: ciò significa tutelare, il più possibile, l’identità originaria dei luoghi e dei manufatti dell’uomo e quindi avere cura del design urbano e di un rispettoso recupero dei centri storici, ma anche di una sostenibile accessibilità e fruibilità dei beni archeologici e culturali.
La riscoperta e la valorizzazione del saper fare locale sono anch’essi elementi centrali per un possibile sviluppo dei territori della Sardegna, basato su una visione olistica di benessere e salute.
In questo senso, la riscoperta e il rilancio di antichi mestieri, di antiche tradizioni artigianali e di antiche produzioni locali costituirebbero sicuramente un valore aggiunto all’offerta di un luogo di vita a forti componenti di complessivo benessere fisico e sociale.
Invecchiamento attivo
Comprende tutti gli elementi, generali e specifici dell’isola, che condizionano l’invecchiamento attivo e l’elevata longevità.
La Sardegna è la regione italiana che negli ultimi 15 anni ha registrato il più veloce aumento dell’indice di vecchiaia (rapporto tra over 65 e under 14) legato, tra l’altro, sia all’alta natalità del dopoguerra che si contrappone all’attuale ultima posizione nazionale (nel 2019, 1 figlio per donna contro la già bassa media nazionale di 1.21) sia all’aumento della speranza di vita. Nell’arco di pochi anni sarà la regione più vecchia d’Italia, tra le più longeve del mondo.
La Sardegna si caratterizza inoltre per l’alta percentuale di centenari, soprattutto maschi, tanto da essere inserita tra le 5 aree demografiche del mondo definite “Zone Blu”, insieme a Okinawa (Giappone), Nicoya (Costa Rica), Icaria (Grecia) e la comunità avventista del settimo giorno a Loma Linda, in California.
Fattori genetici e fattori “modificabili” come lo stile di vita, i rapporti sociali e l’ambiente sono implicati nel determinare il fenomeno e le storiche controversie scientifiche tra genetisti e ambientalisti sono state recentemente in parte ridimensionate dall’epigenetica, scienza che dimostra l’influenza dell’ambiente e degli stili di vita sui geni e sul loro modo di esprimersi.
Unitamente alla componente genetica, che secondo gli ultimi orientamenti della ricerca incide per circa il 30%, la componente modificabile è quella che contribuisce in gran parte al buon invecchiamento, intendendosi per essa un complesso insieme di diversi fattori (ambientali, psicologici, sociali, stili di vita…).
Tra questi sono da segnalare la condizione di insularità della Sardegna che ha certamente influito nel definire un originale esito ambientale, gli stili di vita e di alimentazione, la particolare vita sociale delle piccole comunità sarde, spesso isole nell’isola, l’attività motoria lavorativa e ludica, il valore evocativo e intergenerazionale di miti, vicende, storie, saper fare tramandati soprattutto attraverso il racconto orale e lo stesso rapporto di contaminazione sensoriale che grandi spazi, solitudine, nostalgia possono creare tra le persone e l’ambiente circostante ed esserne, a loro volta, influenzate.
Il progetto intende far propri diversi principi della Geragogia – una delle tre branche della medicina rivolta all’anziano insieme allo studio delle patologie (la Geriatria) e dell’invecchiamento sotto il profilo biologico-psicologico-sociale-economico (la Gerontologia) – per rendere più sostenibile l’azione promotrice dell’invecchiamento nel miglior stato di benessere della popolazione sarda, limitando la percentuale di soggetti fragili o non autosufficienti.
L’accompagnamento al buon invecchiamento potrebbe essere indirizzato in contemporanea ai non residenti, promuovendo un “turismo geragogico” o nuove cittadinanze, utilizzando come volano divulgativo la grande notorietà internazionale dei “Centenari Sardi”.
L’ambito progettuale “Invecchiamento attivo” punta quindi ad analizzare questi differenti aspetti, a dare loro, per quanto possibile e fattibile, una verificabile base scientifica, a individuare e favorire i fattori maggiormente coinvolti nel processo di invecchiamento attivo. Si è alla ricerca di nuovi paradigmi che possano rappresentare un collegamento tra questi fattori e i territori di riferimento, ai fini della creazione di un circuito virtuoso che possa, in un tempo, rispettare e salvaguardare gli aspetti più autoctoni e contemporaneamente esplicitare e rendere fruttuosi e accessibili stili di vita, modelli alimentari, pratiche fisiche e quant’altro positivamente implicato nei processi di invecchiamento in Sardegna.
L’ambito “invecchiamento attivo” prevede una particolare attenzione per la nuova imprenditoria e per le startup che promuovano la Silver Economy regionale.
Alimentazione e biodiversità
La Sardegna è storicamente caratterizzata dalla largamente prevalente presenza di sistemi produttivi estensivi in agricoltura e in zootecnia, grazie alle sue vaste dimensioni territoriali ed a una cultura del fare ancora radicata su di essi.
Questa condizione, accompagnata in tempi più recenti dalla crisi dell’agricoltura e dal conseguente abbandono delle campagne e viepiù caratterizzata dalla presenza di microclimi idonei, evidenzia ancora oggi una potenzialità dell’Isola verso produzioni della terra basate su sistemi biologici, spontaneità e naturalità e su produzioni zootecniche, e loro derivati, contraddistinte da accentuate componenti organolettiche e salutari, conseguenza anche della particolare condizione di benessere animale derivante da sistemi di produzione a loro volta naturali e rispettosi dei cicli della natura.
Il complesso di queste condizioni non può non essere considerato un punto di forza potenzialmente straordinario all’interno di un progetto di sviluppo basato sul benessere e sulle peculiari e positive caratteristiche dell’Isola, sia per i riflessi immediatamente economici (produzioni sane e di elevata qualità e quindi ad alto valore aggiunto), che per gli aspetti socio-ambientali, legati al ripopolamento delle campagne, al contrasto ai fenomeni di spopolamento dei piccoli paesi, a una ritrovata socialità dei luoghi e delle loro comunità rispecchiante, molto spesso, il loro vero e originario genius loci.
Ancora, queste condizioni non potranno che essere favorite e potenziate dalla valorizzazione, implicita nel contesto, della straordinaria biodiversità dell’Isola.
Elementi di rilievo di questo ambito progettuale potrebbero quindi essere i seguenti:
Qualità totale
Il già significativamente avvenuto orientamento verso produzioni “biologiche” deve trovare una consacrazione ed uno sviluppo verso la filiera corta della qualità totale del prodotto finale, al quale pervenire attraverso un processo che, nel suo percorso completo, sia basato sul rispetto e l’ampio utilizzo delle caratteristiche peculiari di un nuovo modello “Sardegna”.
Questo significa dare alle produzioni una marcata caratterizzazione locale, impregnarle delle particolari condizioni di benessere della terra, della naturalità dei luoghi e della loro salubrità, derivarle da sistemi di coltivazione e di allevamento contrari all’intensività costruita su scala industriale e sostenuta da invasivo uso di medicinali e invece rispettosi dell’ambiente e del patrimonio floristico sardo e coerenti con i processi e le stagionalità naturali.
Significativo ed emblematico, in questo senso, può essere il richiamo al positivo modello sperimentato proprio nel Marghine dal progetto Kent’erbas, che riguarda la valorizzazione della qualità delle produzioni zootecniche (latte, formaggi e carni) ottenute da animali alimentati prevalentemente al pascolo naturale.
Il progetto ha solide basi scientifiche e prevede campionamenti sugli alimenti degli ovini e bovini (pascolo naturale e fieni per le aziende estensive, concentrati e mangimi per le aziende intensive), e i prodotti derivanti (latte/formaggi ovini e sangue/biopsie/carni bovine), le cui analisi sono finalizzate ad individuare i biomarcatori della qualità calcolati secondo i più comuni indici nutrizionali e quindi a dare evidenza e in qualche maniera “certificare” le caratteristiche vincenti delle produzioni a base naturale.
Sistemi tecnologici di tracciamento ed economia
Anche le tecnologie digitali e biomediche – ad integrazione dei contenuti naturali e biologici dei prodotti- possono svolgere un ruolo decisivo nello sviluppo del progetto, soprattutto per quanto riguarda il tracciamento ed il monitoraggio degli indici di qualità che per quanto concerne specifiche innovazioni finalizzate al contenimento dei costi di produzione e, quindi, alla determinazione di un prezzo di vendita, seppur di fascia alta, concorrenziale.
Quindi potrebbero essere messi a punto o specializzati dispositivi biomedici avanzati che seguano le condizioni dei pascoli e delle coltivazioni, che monitorino le condizioni del benessere animale, che aggiornino costantemente gli indici dei principali marcatori della qualità, consentendo anche il possibile sviluppo di un settore tecnologico specifico che potrebbe avere esiti molto interessanti nel mercato vasto delle applicazioni nel settore.
Avanzati sistemi di produzione a basso costo dell’energia necessaria ai processi produttivi così distribuiti sul territorio, potrebbero poi essere sviluppati e consentire la creazione di reti energetiche capillari e “personalizzate”.
Cultura gastronomica
Altro elemento di rilievo potrebbe essere quello legato alla diffusione della cultura del cibo, inteso anch’esso in senso ampio, quindi nei suoi aspetti di collegamento con i territori di provenienza delle materie prime, di sviluppo dei valori locali al cibo collegati, di sostenibilità dei sistemi alimentari, sia in fase di produzione che di conservazione che di consumo.
Il tema è di grande interesse anche perché la diffusione di una giusta cultura gastronomica, dovrà essere a fondamentale supporto della produzione di prodotti a grandi caratteristiche di qualità, sia per evitare che lo sforzo di individuare, definire ed applicare sistemi di coltivazione, di trasformazione e di conservazione ideali possano essere vanificati da un trattamento sbagliato nella preparazione dei cibi, che come necessario completamento di un complessivo atteggiarsi dei produttori e dei consumatori rispetto al maggior valore economico, sociale, di rispetto dell’ambiente e di complessiva sostenibilità del nuovo modello produttivo.
Altro tema collegato potrebbe essere quello di un finora inesplorato possibile e potenziale collegamento tra metabolismo e cognizione, cioè tra alimentazione e possibili degenerazioni fisiologiche legate soprattutto all’invecchiamento, tema che potrebbe essere approfondito in collegamento con l’ambito progettuale dell’invecchiamento attivo.