Non so se a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90 del secolo scorso qualche positiva congiunzione astrale segnasse il cielo della Sardegna.
Certo è che si aprì allora, sostenuta da una classe dirigente lungimirante, una stagione di inedite iniziative nel campo della creazione di imprese innovative e della ricerca e sviluppo, che avrebbe segnato i decenni successivi, credo ultima stagione di pensiero forte della contemporaneità sarda.
Nasceva il Business Innovation Center Bic Sardegna, nodo della rete europea dei centri di innovazione, con la finalità di favorire la nascita di nuove imprese innovative e la Seed Invest Sardegna, società finalizzata a sostenerne le fasi critiche di primo avvio (oggi li chiamiamo Venture Capital e start up e sono cose ovvie, ma stiamo parlando di trent’anni fa…).
Dopo che già era stata promossa da Paolo Savona la nascita dell’Ailun a Nuoro per le tecnologie ottiche, nascevano in successione i consorzi pubblico-privati per la ricerca applicata e le tecnologie a iniziare dal Cifra di Francesco Aimerich per l’informatica, Promea di Franco Meloni per i nuovi materiali, Biotecne di Carlo Muntoni per le biotecnologie, Sarc di Paolo La Colla per la ricerca sugli antivirali, Neuroscienze di Gianluigi Gessa per le ricerche in campo neurologico, Porto Conte Ricerche, che raccoglieva l’eredità del Corisa, per le biotecnologie agroalimentari e quelle ambientali, per citarne solo alcuni.
Nasceva anche, ma direi soprattutto, il CRS4, in origine Cr4s nome poi modificato dal suo presidente per migliore assonanza con l’inglese, concepito come un pezzo del CERN di Ginevra trapiantato in Sardegna col compito di creare un frattura nella continuità del sottosviluppo e rendere l’isola protagonista attraverso la ricerca e lo sviluppo del calcolo scientifico e della simulazione informatica applicati a un vasto campo di settori e tecnologie.
Il Consorzio Ventuno, struttura regionale avviata neanche un anno prima e ancora in fase di organizzazione e rodaggio e filo di collegamento nei diversi consorzi verso la realizzazione del parco tecnologico regionale, venne incaricato proprio del compito di costituire la società, detenerne il 70% delle quote e curarne lo start up logistico, amministrativo, organizzativo, naturalmente non quello scientifico.
Fu il Consorzio, anche prestandogli il proprio presidente come vicepresidente operativo, a curare i primissimi passi del nuovo centro di ricerca, che avevano inizio fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera del 1991 con la creazione di un primo nucleo di personale amministrativo, la ricerca della sede, i primi finanziamenti, i rapporti con la Regione, i primi contatti con il sistema economico e imprenditoriale regionale.
Alla parte scientifica pensarono da subito, da par loro, il genio ciclonico e creativo del prof. Carlo Rubbia, fresco premio Nobel per la fisica e la pacata determinazione del prof. Paolo Zanella, direttore della divisione informatica del Cern, quella nella quale lavorava Tim Berners Lee che, proprio in quelle settimane, dava alla luce il world wide web.
Mentre la sede di via Sauro si affollava di tanti giovani ricercatori, anche sardi di rientro e anche di scienziati cresciuti nei grandi centri di ricerca IBM, Rubbia e Zanella tessevano la loro rete di relazioni e progetti e il Crs4, anche accompagnato dall’autorevolezza di un Comitato tecnico-scientifico di caratura internazionale, iniziava a far conoscere la Sardegna come luogo di ricerca avanzata, spesso parallelo alla stagione di ricerca che Antonino Zichichi promuoveva ad Erice in Sicilia.
Il Crs4, superando resistenze e incrostazioni locali e dopo una articolata fase di assestamento istituzionale ed organizzativo, si impose come struttura di ricerca e sviluppo moderna, aperta, di profilo e respiro internazionale, come luogo di riferimento per tanti talenti sardi e non, come soggetto agile ma efficace nella sua struttura a gruppi e progetti, come attrattore di industrie e imprese tecnologiche, quindi come attore chiave del parco tecnologico regionale la cui realizzazione muoveva allora i primi passi.
Naturalmente il tutto fu non facile e non scontato e, dal punto di vista del Consorzio 21, involontaria ma entusiasta e determinata balia di una creatura ben più grande e complessa di se stesso, immensamente impegnativo e gravido di responsabilità e sfide, a iniziare dall’essere all’altezza del confronto incalzante con il prof. Rubbia che, appena reduce dalla Direzione Generale del CERN, imponeva livelli di interlocuzione, stili, standard organizzativi e operativi – quindi non solo scientifici e non solo rivolti all’interno del Crs4 – tendenzialmente del livello di quelli ginevrini.
Quindi per il Consorzio 21 la sfida era, in quel momento, duplice: accompagnare i primi passi della creatura appena nata attraverso i ripidi tornanti del sistema amministrativo, finanziario e legislativo regionale cercando di non essere fagocitato da questo soverchiante impegno e insieme, traendo da esso motivazioni, energia e stimoli, sostenere, in simbiosi con il CRS4 e sfruttandone la forza propulsiva, il sistema delle piccole e medie imprese sarde e le sue esigenze di innovazione e ricerca, senza perdere di vista l’ambizioso obiettivo di realizzare il parco tecnologico regionale, luogo, anche fisico, di massima sinergia tra la conoscenza scientifica e tecnologica e le imprese.
Fu soprattutto la scintilla tecnologica originata dal CRS4, consentendo a metà anni 90 che prendesse avvio l’avventura imprenditoriale globale e visionaria di Video online, a segnare una raggiunta prima maturità del centro di ricerca e un modello di trasferimento tecnologico e di conoscenza che avrebbe fatto scuola e imposto la Sardegna all’attenzione mondiale in un ambito ancora pionieristico e assolutamente poco conosciuto, il web, e confermato la sua funzione strategica all’interno del futuro parco tecnologico sardo.
Maturità, forza e prospettive che avrebbero portato, a conclusione dell’esperienza di Nicola Cabibbo come presidente, Carlo Rubbia e Paolo Zanella ad accettare di tornare alla guida del CRS4, il primo anche chiamato a presiedere il Comitato di Consultazione Strategica del parco tecnologico insediato il 7 maggio 2002 (componenti Paolo Zanella, Renato Soru, Pasquale Mistretta, Amedeo Levorato, Edoardo Boncinelli, Patrizio Onida, Alessandro Maida, Andrea Saba) e il secondo di rientro dalla prestigiosa missione di fondatore e primo direttore dell’European Bioinformatics Institute di Cambridge, promosso dall’Unione Europea.
In questo contesto, nel mese di luglio del 2003 venne anche inaugurato Polaris, il parco scientifico e tecnologico con sede a Pula a coronamento di un lavoro di anni sia sul piano della promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico, con progetti, iniziative, eventi di marketing territoriale a livello internazionale, attività dei consorzi e dei centri di ricerca, ecc., che sul piano più strettamente materiale, dotando la Sardegna di una infrastruttura di laboratori e piattaforme di ricerca e di ospitalità d’impresa a forte contenuto di conoscenza, all’avanguardia.
Quella che seguì fu una stagione di consolidamento e rafforzamento delle aree di attività e delle competenze scientifiche e tecnologiche del CRS4, ma anche un momento di apertura verso nuovi orizzonti, in particolare verso la ricerca per le fonti energetiche rinnovabili, con la proposta avanzata dallo stesso prof. Rubbia e purtroppo mai realizzata e oggi di straordinaria attualità, del progetto Sardegna-solare-idrogeno e con l’avvio, grazie all’arrivo di Anna Tramontano bioinformatica di rilievo internazionale, del centro di bioinformatica del parco che avrebbe aperto al CRS4 le porte verso l’applicazione del calcolo, dei dati e della simulazione, alle scienze della vita.
Quest’ultima attività del CRS4, grazie all’arrivo nel parco del CNR guidato da Francesco Cucca con le sue ricerche focalizzate sulla genetica e sul DNA della popolazione sarda, portò alla creazione di un centro di calcolo e sequenziamento di rilevanza mondiale, collegato a diverse istituzioni americane ed inglesi, al sequenziamento nel 2013 dell’intero genoma di oltre 3.500 sardi (numero incredibile per quei tempi), alla individuazione di molti geni correlati con l’insorgenza di patologie, lavori che ebbero dignità di pubblicazione di un editoriale della rivista Nature Genetics con il titolo “A new genomic Island”.
Qui si ferma la testimonianza diretta, seppur soggettiva, di chi scrive, non senza ricordare però come quella stagione fu portatrice di fermento, iniziative, orientamento di tanti giovani verso la ricerca scientifica e l’impresa, creazione di nuove imprese innovative e di inediti spin off, origine dell’interesse diffuso verso la cultura scientifica in Sardegna e, in tutto questo, determinante fu il ruolo dell’abbinata Consorzio21-CRS4 (la sfida era stata vinta).
Certo tanti giovani talenti hanno continuato a lasciare la Sardegna, anche seguendo Rubbia e le sue iniziative oltremare come è normale nelle attività di ricerca, tante iniziative si sono poi arenate, disseminando comunque competenze e saper fare scientifico e tecnologico che continuano in altri contesti di ricerca e di impresa anche in Sardegna, tante potenzialità non si è stati capaci di concretizzarle anche per oggettivi limiti del sistema (ricordo solo la più eclatante, quella di uno spin off concepito al Crs4 ma purtroppo generato e sviluppato all’estero e infine rilevato da una multinazionale del farmaco per un valore di quasi 4 miliardi -miliardi!- di euro).
Non c’è dubbio che il seme gettato per originare il CRS4 fosse un seme robusto, che l’albero che ne è cresciuto avesse solide radici e, nonostante si sia purtroppo separato fisicamente da alcuni suoi fortissimi rami, mantenga ancora oggi, se non la stessa forza dirompente, certo competenze, progetti, risorse umane e professionali, determinazione e visione per essere di nuovo protagonista di una stagione di sviluppo per la Sardegna, magari rilanciando il ruolo e le potenzialità del parco tecnologico, magari, anzi ne sono certo, ancora una volta rincontrandosi con le eccellenze della scienza sarda, quelle che ancora oggi, con ostinazione, vanno avanti e ottengono per la Sardegna le copertine di Nature Genetics.
Francesco Marcheschi
già Direttore del Consorzio 21/Sardegna Ricerche
Contributo pubblicato in occasione dei 30 anni
dalla costituzione del Crs4 nel suo sito istituzionale
https://www.crs4.it/it/30years/